Ascoltando per la prima volta in radio la hit This is what you are nel 2006, probabilmente vi sarete immaginati un robusto cantante afro-americano di mezza età. Invece Mario Biondi, nativo di Catania (città che da sempre ha un rapporto speciale con la musica italiana), aveva allora trentacinque anni e la pelle bianca. A trarre in inganno è la sua straordinaria voce calda e pastosa, affinata in tanti anni di live, che ha reso inevitabili i paragoni con Teddy Pendergrass, Isaac Hayes e Barry White, tre delle più belle voci black di sempre. Il brano era stato lanciato già nel 2004 non a nome Mario Biondi, ma con lo pseudonimo di Was-A- Bee. This is what you are entra a far parte di numerose compilation dance, ma il salto di qualità avviene quando il brano entra nella top ten dei brani più trasmessi da Norman Jay nel suo programma cult in onda sulla BBC Radio. La canzone fa da traino a Handful of soul, realizzato insieme a The High Five Quintet, cocktail ben riuscito di rhythm & blues, soul, swing e jazz, in cui si alternano brani originali e cover del repertorio soul americano meno inflazionato. Nel 2007 esce I love you more, un doppio cd live con le canzoni di Handful of soul più altre perle come Just the way you are nella versione di Barry White e Close to you di Burt Bacharach. Con quest’ultimo si crea immediatamente un feeling professionale, tanto che il leggendario compositore americano scrive apposta per Biondi Something that was beautiful, una splendida ballad che diventa uno dei pezzi forti di If, il suo secondo album, che vede la luce alla fine del 2009. Il disco, pubblicato dalla Tattica Records, vende oltre 200.000 copie, un risultato straordinario se si considera il genere musicale. Al di là delle vendite, l’album conferma che Biondi è una delle realtà più interessanti del panorama nazionale, basti ascoltare il singolo Be lonely, un tripudio di ritmo e di archi in puro stile Anni Settanta, o la sensuale ballad Ecstasy. Persino Claudio Baglioni in Juke box e Renato Zero in Non smetterei più si avvalgono dell’inconfondibile voce baritonale del crooner siciliano, le cui quotazioni sono in costante ascesa. Due è un innovativo “talent album” pubblicato nel 2011, in cui la calda voce di Biondi si incontra con quelle di alcuni giovani artisti di talento, più o meno noti, a cui fa da “chioccia”. Venti brani, di cui tredici inediti composti dagli stessi artisti coinvolti nel progetto e sette cover, tra cui la splendida My girl dei Temptations, utilizzata per lo spot di una celebre birra italiana. L’album della definitiva consacrazione a livello internazionale è Sun del 2013, il primo pubblicato da una major, con il quale il cantante si è imposto anche nel mercato internazionale. Per raggiungere l’obiettivo ha chiamato a raccolta una all star di artisti come Al Jarreau, James Taylor Quartet, Omar, Leon Ware e Chaka Khan. Bluey degli Incognito ha conferito all’album la sua inconfondibile impronta, che si traduce in un sound fresco, pulsante, moderno e al tempo stesso piacevolmente vintage. Lo stesso anno, dopo un trionfale concerto-evento alla Royal Albert Hall di Londra, vede la luce Mario Christmas, originale disco natalizio con due brani inediti e sorprendenti riletture di Last Christmas, Driving home for Christmas e Let it snow. Beyond del 2015, fin dal titolo, è una dichiarazione programmatica del desiderio di Mario Biondi di sparigliare le carte e di presentarsi con un nuovo sound. Delle morbide ballad jazz del passato è rimasta la sola All I want is you, scritta con Dee Dee Bridgewater, per il resto Beyond è un album tutto da ballare, dove troviamo molto funky, un paio di brani pop-dance come Love is a temple e I chose you e perfino uno reggae, Where does the money go. Nel 2016 il crooner catanese ha pubblicato il suo primo greatest hits, intitolato Best of Soul, con il meglio di 10 anni di attività in due cd a cui si aggiungono 7 brani inediti. Le languide sonorità brasiliane sono il fulcro tematico di Brasil, registrato e prodotto nel 2018 in un anno di lavoro a Rio de Janeiro da Mario Caldato e Kassin. Brasil è un vero e proprio viaggio nelle molteplici sfaccettature della musica brasiliana attraverso inediti e rivisitazioni di classici che Biondi reinterpreta senza dimenticare la sua anima soul e funk, utilizzando con naturalezza quattro lingue: portoghese, inglese, francese e italiano. Nell’album spicca l’elegante ballad Rivederti, presentata al Festival di Sanremo 2018, dove Mario Biondi ha fornito l’ennesimo saggio del suo controllo vocale e della sua tecnica, sempre al servizio delle emozioni. I recenti I wanna be free con i Quintorigo e Sunny Days con Cleveland Jones sono due singoli che mostrano la costante ricerca sonora di Biondi.
Nel 2020, anno nefasto per il mondo della musica e dello spettacolo, Mario ha dovuto rinunciare a parecchie date programmate in Italia e all’estero, che saranno recuperate nel 2021. La situazione di emergenza però non gli ha impedito di lavorare a diversi progetti. In primis ha completato le registrazioni del nuovo album, in uscita nel 2021. A giugno ha pubblicato l’EP digitale “Paradise Alternative Productions”, contenente 3 differenti versioni di Paradise, brano che sarà contenuto nel nuovo disco, progetto che in occasione del Record Store Day / Black Friday è stato stampato in una speciale edizione in vinile con ulteriori remix non disponibili in digitale. L’8 dicembre Mario ha pubblicato il singolo natalizio “This Is Christmas Time”, versione holiday del suo classico This Is What You Are con testo riadattato assieme a Nick The Nightfly e musica incisa nuovamente in studio assieme alla sua band.
Il 15 gennaio 2021 esce “Cantaloupe Island (DJ Meme Remix)”, singolo che anticipa l’imminente pubblicazione del nuovo disco. Si tratta di una reinterpretazione del classico di Herbie Hancock pubblicato nel 1964 all’interno dell’album Empyrean Isles, a cui si aggiunge l’impronta disco del produttore brasiliano DJ Meme, conosciuto da Mario a Rio De Janeiro durante le registrazioni dell’album Brasil. Il 29 gennaio 2021 viene pubblicato “Dare”, disco con cui Mario festeggia i suoi 50 anni tra atmosfere degli esordi e nuovi suoni sempre all’insegna della qualità